È notizia di questi giorni [1] che in occasione del dibattito sulla legge comunitaria per il 2010 [2], con il predetto emendamento C. 4059, il criterio fondante la responsabilità civile del magistrato non sarà (o meglio non dovrebbe essere) più quanto ora stabilito dall’articolo 2 della legge 13 aprile 1988, n. 117 e, quindi, il dolo o la colpa grave [3], bensì la violazione manifesta del diritto. Ebbene, cosa significa questa espressione non è ben chiaro. Infatti, la stessa Presidente della Commissione giustizia della Camera [4], On. le Giulia Bongiorno, ha definito la norma come «intimidatoria», perché nonostante sia necessario intervenire sulla materia della responsabilità civile dei magistrati, per come è stato redatto il testo, emerge solo un tratto punitivo e aggressivo nei confronti della magistratura [5].