Si è tenuta ieri la riunione convocata dall’Amministrazione sulle materie in oggetto.
Il Sottosegretario ha, inizialmente, illustrato parzialmente le modifiche all’originaria ipotesi di accordo FUA 2010 sottoscritta solo da CISL FPS ed UNSA SAG , determinate dalle osservazioni al testo del 23.12.2010 da parte del Dipartimento della Funzione Pubblica, Ufficio Relazioni Sindacali, servizio Contrattazione Collettiva in una nota del 23.02.2011 mai resa nota alle OO.SS..
Caliendo ha sottolineato più volte l’esigenza di reperire, detraendoli di quattro milioni destinati alla contrattazione decentrata, un milione e trecentomila euro da aggiungere ai 3.700.000 già statuiti per il pagamento del lavoro straordinario.
Ha taciuto della modifica all’art.1 comma d3) con cui l’indennità di euro tre per ogni giorno di presenza del personale dell’Ufficio Primo è divenuta, nella nuova stesura, una indennità forfetizzata di euro 500 pro capite. Ed ha taciuto della scomparsa della previsione di spesa delle riqualificazioni per DAP e Giustizia Minorile dal precedente articolato. Persino i Sindacati firmatari dell’accordo di minoranza si sono rifiutati di sottoscrivere nell’immediato la nuova bozza ed hanno chiesto una pausa di riflessione.
Sul punto, è stata fissata una nuova riunione per il giorno 5 maggio ad ore 16.00.
Con sconcerto, abbiamo appreso che l’O.I.V. ha già steso i criteri di valutazione del personale per il 2011 e li ha mandati agli Organi Competenti per la loro registrazione senza darci la benché minima informazione.
Evviva la democrazia!
L’unica apertura effettiva è stata sul part time.
Noi , suscitando la reazione di un Capo Dipartimento particolarmente polemico, abbiamo evidenziato come una sentenza della Corte Costituzionale (n.210/92) avesse "considerato in diritto" circa l’inammissibilità di un contratto di lavoro a tempo parziale nel quale fosse riconosciuto il potere del datore di lavoro di determinare o variare unilateralmente, a proprio arbitrio, la collocazione temporale della prestazione lavorativa in quanto sarebbe stato o in contraddizione con le ragioni alle quali è ispirata la disciplina di tale rapporto.
Abbiamo anche ricordato che, recentemente, anche la Corte di giustizia, con sentenza depositata il 10/6/2010 nelle cause riunite C-395/08 e C-396/08, ha rammentato che ai sensi della direttiva 97/81 (intesa ad attuare l’accordo quadro sul lavoro a tempo parziale concluso il 6 giugno 1997 tra le organizzazioni intercategoriali a carattere generale, vale a dire tra l’Unione delle confederazioni europee dell’industria e dei datori di lavoro (UNICE), il Centro europeo dell’impresa pubblica (CEEP) e la Confederazione europea dei sindacati (CES), riportato in allegato alla detta direttiva), recepita dal d.lgs. 61/00, tutti i paesi dell’Unione sono impegnati a promuovere il part time e ad eliminare ogni discriminazione rispetto al lavoro a tempo pieno.
La sentenza della Corte di Giustizia, nelle cause riunite di cui sopra, ha –di fatto- evidenziato come la normativa Brunetta sia viziata da illegittimità comunitaria in quanto non recepisce le direttive degli accordi quadro tra UNICE, CEEP e CES e consente alle PP.AA. di ridurre il numero dei rapporti part time, senza che sussistano necessità cogenti, anziché incrementarli . Anche l’Amministrazione ha riconosciuto che molti Capi degli Uffici e Dirigenti non si sono attenuti ai principi di correttezza e buona fede cui avrebbero dovuto ispirarsi, che non hanno adeguatamente motivato le richieste di revoca citando non meglio precisate “esigenze di servizio”. Il Direttore Generale si è impegnato sul punto a rivedere anche le revoche già disposte.
Si è, infine, parlato di mobilità ed è emerso chiaramente che l’unico i8nteresse dell’Amministrazione è di stabilizzare il Personale comandato e quello distaccato.
Quasi tutte le OO.SS. hanno chiesto di stilare un accordo quadro nel quale, previa l’emissione di un interpello anche non generale, prevedere una soluzione delle varie questioni che sono sul tappeto, compresa quella degli interventi straordinari di mobilità per situazioni eccezionali.
Va da sé che è inaccettabile che, a fronte di migliaia di lavoratori che, nel rispetto delle norme vigenti, aspettano di potersi trasferire l’Amministrazione voglia privilegiare che “vive annualmente l’angoscia di non vedersi riconfermato il distacco”.
Su questo punto, però, non è chiaro se i distacchi di cui si parla siano quelli ottenuti tramite regolare interpello o, invece, a calcio nel sedere da parte di qualche Dirigente dell’Amministrazione o, peggio, di Sindacati dal comportamento eticamente discutibile.
A tarda ora, il Capo Dipartimento ha annunciato che ci invierà una sua proposta di modifica dell’accordo del 27/03/2007 perché “poco funzionale per le esigenze dell’Amministrazione” ed ha ricordato che il suo predecessore, dopo aver diramato l’interpello generale, ha poi bloccato i trasferimenti essendosi reso conto del danno che ne sarebbe derivato all’Amministrazione.