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Privatizzazione UU.GG. - Lettera aperta del Segretario Generale Nino Laganà.

24.12.2008
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Privatizzazione UU.GG. - Lettera aperta del Segretario Generale Nino Laganà.

Roma 23.12.2008


Ora basta!

L’ennesima trasmissione televisiva in cui un giornalista che si picca di conoscere i mali della giustizia crede di aver trovato la causa di tutto negli Ufficiali Giudiziari e la soluzione a tutto nella privatizzazione dei nostri servizi hanno fatto traboccare il vaso.

Va detto, anzitutto, che siamo ormai abituati negli anni al ripetersi di queste sortite in cui gente che non sa distinguere tra la notificazione di un atto da parte di un Ufficiale Giudiziario ed una notificazione effettuata ex lege 890/82 tramite Poste Italiane lamenta la mancata consegna della cartolina di ritorno da parte dell’Ufficiale Giudiziario.

Siamo anche abituati ai discorsi sulla libera professione dei soliti noti che magari la libera professione la esercitano già.

Siamo abituati a Politici che si prestano a presentare disegni di legge basati solo sulle autoreferenze dei proponenti.

Ma, visto che anche politici di un certo rilievo non hanno ben chiaro il concetto di maggioranza e dimostrano di essere inattendibili nei fatti, è necessario chiarire alcuni punti relativamente ai disegni di legge in itinere:
- il PDL n.749 AS parte da una relazione che è fortemente viziata da inesattezze, falsità e scarsa conoscenza della realtà.

Partiamo, per far contento il nostro Tremonti, dalla creazione di economie di bilancio. Si parla di un onere di bilancio per l’attuale organico degli UUGG di ben 447.952.868,59 milioni di euro. Abbiamo fatto i conti della serva: i 77 UUGG C3 previsti dal D.M. 8/3/2007 costavano euro 45.196,32 cadauno, per un totale di euro 3.480.166,64 ( ma sono stati cancellati dalla recente rimodulazione delle piante organiche e, comunque, non c’erano). I 759 UUGG C2 avevano un costo pro capite di euro 40.889,49. Per un totale di euro 31.035.122,91. Ma anch’essi sono stati cancellati dalla recente modifica della pianta organica e, comunque, non c’erano. I 2175 UUGG C1 ( presenti 1860) avevano un costo di euro 37.499,11 cadauno, per un totale di euro 81.560.564,25 che, in realtà, divenivano 69.748.345 se rapportati al personale effettivamente presente. I 1597 UUGG B3 ( presenti 1728) avevano un costo di euro 33.949,24 cadauno, per un totale di euro 54.,216.936,28 che, in realtà, divenivano 58.664.287 se rapportati al personale effettivamente presente. Quindi, un totale complessivo di spesa per retribuzioni pari ad euro 170.292.740,08 nominali ed euro 128.412.632 reali. Vi è di più: almeno un terzo di quest’ultimo importo è coperto dai diritti che gli Ufficiali Giudiziari esigono dalle parti e che concorrono a formare il loro stipendio. Possiamo, quindi, affermare con certezza e basandoci su dati reali forniti dal Ministero della Giustizia che i nostri stipendi incidono sulle uscite per un’ottantina di milioni di euro.

Da qui a quattrocentocinquantaduemilioni e passa ci corre parecchio. Quindi, un dato falso che inquina il resto della relazione, a cominciare dal risparmio di spesa perché la maggioranza degli Ufficiali Giudiziari delle due aree non sceglierebbe di fare il libero professionista e continuerebbe a gravare ( ma questa volta in integrum) sulle casse dello Stato che dovrebbe coprire l’eventuale organico dei Liberi Professionisti con i fondamentalisti ( pochi) e con un concorso pubblico. Quali il risparmio e l’economia di bilancio? Abbreviare la durata dei processi e dare certezza all’esecutività dei titoli? Premesso che ogni iniziativa legislativa che ponga l’attenzione sulla Categoria e sull’ampliamento delle funzioni dell’Ufficiale Giudiziario, quale quella rappresentata dal DDL 749 Atti Senato, non può che essere guardata con soddisfazione dagli addetti al settore UNEP, si vuole qui evidenziare come gli obiettivi di miglioramento dell’efficienza e dei costi del servizio siano raggiungibili molto meglio con la figura dell’Ufficiale giudiziario collocata nell’ambito dell’Amministrazione Giudiziaria, così come è da sempre nella cultura e tradizione giuridica italiana. Gli Uffici Notifiche Esecuzioni e Protesti, istituiti presso le Corti di Appello, i Tribunali e le sez. distaccate, sono una realtà operativa non sempre ben conosciuta fuori dalle mura dei palazzi di Giustizia. La peculiare attività che essi svolgono, vero motore della macchina giudiziaria, merita invece una speciale attenzione e valutazione, particolarmente in ordine al ruolo che gli UNEP possono avere nel quadro delle annunciate riforme tese a velocizzare l’attività giudiziaria migliorandone nel contempo gli standard di qualità.

Grande rilevanza inoltre essi possono avere nel far sì che i miglioramenti realizzati nella Pubblica Amministrazione siano concretamente percepiti da tutti i cittadini, non solo da coloro che usufruiscono o richiedono il servizio giustizia dallo Stato.

L’attività di detti uffici infatti è esclusivamente esercitata a contatto con il pubblico e naturalmente impegnata al front office, per richiedenti sia pubblici e che privati e può rappresentare dunque un vero e proprio “biglietto da visita” per la Giustizia italiana. La retribuzione dell’Ufficiale Giudiziario è autofinanziata dalla riscossione dei diritti di notifica ed esecuzione riscossi dalle parti private richiedenti la sua attività. Lo Stato si limita ad integrare mensilmente gli importi riscossi, nel caso essi non raggiungano il minimo stipendiale garantito, corrispondente al pari grado dell’impiegato civile dello Stato. L’Ufficiale Giudiziario Dirigente l’UNEP presso i Tribunali o le Corti di Appello è sostituto d’imposta e provvede autonomamente a formare la busta paga dei dipendenti dell’Ufficio, senza che il Tesoro e l’Amministrazione Centrale sia gravata di alcuna incombenza in merito.

Le tariffe riscosse hanno un costo “politico” fisso e stabilito per legge. Esse non rappresentano un onere rilevante per l’Utenza e non vanno così ad aggravare le spese processuali per il cittadino-utente. Questa disciplina tariffaria minima è da sempre un pilastro della disciplina dei costi a carico delle parti per richiedere i servizi giudiziari. La istituzione della libera professione comporterebbe necessariamente una enorme lievitazione delle tariffe per i Cittadini e anche per gli Enti e Amministrazioni Pubbliche che ne richiedono l’opera (che oggi possono usufruirne senza costi per diritti). L’Ufficiale Giudiziario non è affatto una figura triste e sbiadita, come talvolta purtroppo viene rappresentata ma un funzionario laureato, inserito in una struttura agile e moderna (l’UNEP) che da ogni punto di vista, normativo, organizzativo, retributivo, si pone all’avanguardia di quel processo di efficienza e di flessibilità che si vuole perseguire con le riforme della Pubblica Amministrazione.

Affinchè le parole non appaiano generici buoni propositi o addirittura semplici pie intenzioni, si è pensato di presentare nel dettaglio l’esempio concreto di rinnovamento ed evoluzione relativo ad una realtà operativa molto significativa a livello nazionale quale l’UNEP di Napoli, che fa parte del ristretto novero di quelli che sono definiti gli “Uffici Giudiziari Super”. Si tratta infatti di una sede giudiziaria in Italia seconda solo a Roma.

Si potrà così vedere come, in un tempo ragionevole e prefissato, investendo intelligentemente e soprattutto sul capitale umano degli uffici, versatile ed efficiente per definizione in ragione della peculiarità del servizio che svolge e della normativa che lo regola, si possano raggiungere risultati lavorativi ragguardevoli al punto da poter rendere gli UNEP delle strutture di vera e propria eccellenza nell’ambito della pubblica amministrazione. Questo risultato è stato possibile grazie al lavoro ed all’impegno del personale della sede di Napoli, del Cisia locale, della Direzione Generale dei Servizi Informativi Automatizzati del Ministero della Giustizia, dell’Ufficio Speciale per la gestione degli immobili giudiziari di Napoli, e grazie alla disponibilità alla collaborazione ed al confronto di molti UNEP di altre sedi che hanno in atto progetti di automatizzazione in stadio anche più avanzato. Tutto ciò è stato possibile senza determinare contraccolpi per l’organizzazione giudiziaria e senza contraddire la tradizione giuridica italiana che ha sempre contemplato la figura e lo status dell’Ufficiale Giudiziario quale diretto ausiliare dell’Ordine Giudiziario, rappresentante concreto della Giustizia che dal palazzo si reca presso i cittadini destinatari o richiedenti delle attività di notificazione ed esecuzione degli atti e degli ordini del Giudice. Privare i Giudici, gli Avvocati e gli Utenti in genere di questa struttura, collocata direttamente nei Tribunali e da essi direttamente dipendente, aprirebbe la strada ad incognite inquietanti e certamente non foriere di benefici sia per un più spedito svolgimento dell’attività giudiziaria che per l’imparziale esercizio delle funzioni giurisdizionali e paragiurisdizionali degli Ufficiali Giudiziari, in specie quelle esecutive che, esercitando direttamente la forza coattiva dello Stato, tendono alla realizzazione concreta dei diritti.

In chiusura, al fine di rappresentare il pensiero di moltissimi Ufficiali Giudiziari e per consentire alla Categoria di fornire un contributo più diretto alla discussione si riportano qui alcuni quesiti ricorrenti emersi nel corso di incontri e convegni nazionali che, per brevità di esposizione e per fedeltà alla posizione che esprimono, vengono volutamente riproposti in formula retorica.

Senza un drastico ridimensionamento della professione forense non vi è alcuno spazio per una nuova professione giuridica quale sarebbe quella dell’ufficiale giudiziario. Il cliente dell’ufficiale giudiziario non potrebbe mai essere un altro professionista -l’avvocato- ma il creditore. Perché mai un cittadino creditore, in possesso di un titolo esecutivo, dovrebbe pagare infatti due onorari, due diritti di esecuzione, a due professionisti per il medesimo scopo?

L’avvocato dovrebbe limitarsi alla fase processuale della cognizione, finita la quale, al massimo potrebbe indirizzare il proprio ex cliente ad uno studio di ufficiale giudiziario. Come accade in Francia dove però, a parità di popolazione con l’Italia ma con un PIL superiore del 50%, gli avvocati sono meno di un terzo di quelli italiani?* (*Dati Sole 24 ore) E’ questo uno scenario pensabile ma soprattutto necessario in Italia, oggi che da varie parti si levano voci che, dall’interno dell’avvocatura denunciano difficoltà e riduzioni di attività?

Si è spesso parlato e paragonata l’attività degli ufficiali giudiziari francesi senza chiarire che loro funzioni ed i loro poteri esecutivi sono assolutamente inferiori a quelli dell’ufficiale giudiziario italiano. Non è un caso che per qualsiasi azione coatta di apertura forzata o altro debbano avere ogni volta specifico mandato del giudice. E si capisce, essendo loro privati che svolgono pubbliche funzioni. Si pensa invece che in Italia l’Ufficiale Giudiziario- libero professionista possa continuare ad avere gli attuali poteri, accresciuti dalle recenti riforme dell’esecuzione forzata?

Da ultimo, mi sia consentito esprimere tutto il mio sdegno per come, al fine di raggiungere un fine non richiesto dalla base, taluni soggetti non abbiano alcuno scrupolo a buttare palate di sterco sulla qualità del servizio reso dalla Categoria ed a foraggiare pseudogiornalisti che mistificano dati e situazioni al solo fine di pubblicizzare i propri libri.

Fortuna che, oltre ad essere necessaria l’audizione delle OO.SS. da parte della Commissione Giustizia , anche il Ministro (ed il Governo) si sono espressi ( nonostante i paparazzamenti in sedi non istituzionali) nel senso che potrete leggere nell’allegata relazione. Chissà se saluteranno ancora gli Ufficiali Giudiziari con le espressioni millantate dai soliti noti...

Questo non vuol dire che l’affossamento del ddl 749 costituisca un punto di arrivo. Tutt’altro: tenuto conto del fatto che il ddl Samperi, pur buono nei contenuti, non ha alcuna possibilità di essere approvato, proveniendo dall’opposizione, si sta lavorando ad un elaborato per conto di numerosi Deputati della maggioranza.

Ve ne renderemo noti i contenuti al momento della presentazione.

Con l’occasione, auguriamo a tutti un Buon Natale...


Il Segretario Generale

nino laganà

Nota Ufficio Legislativo - Ministero della Giustizia - DDL Berselli

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